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Abu Omar, Berlusconi conferma esistenza segreto di Stato

MILANO (Reuters) - Nell’ambito del processo per il rapimento dell’ex imam di Milano Abu Omar, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi conferma l’esistenza del segreto di Stato su ordini e direttive impartite dall’ex direttore del Sismi Niccolò Pollari ai suoi uomini per impedire l’uso di mezzi e modalità illecite nella lotta al terrorismo e in relazione alle “renditions”.

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. REUTERS/Thierry Roge (BELGIUM)

Facendo riferimento al segreto di Stato opposto da un testimone del processo -- l’ex funzionario del Sismi Giuseppe Scandone -- Berlusconi in una lettera indirizzata al giudice milanese Oscar Magi, ha detto: “Ritengo che il segreto di Stato sia stato correttamente opposto dal testimone e pertanto dichiaro espressamente di confermarlo ai sensi dell’articolo 202 , comma 3 del codice penale”.

Nella lettera, datata 15 novembre e depositata agli atti del processo, Berlusconi risponde all’ordinanza del 22 ottobre scorso nella quale Magi gli chiedeva di confermare il segreto di Stato opposto dallo stesso Scandone.

Il processo sul rapimento di Abu Omar vede imputati ex funzionari del servizio segreto italiano e Usa con l’accusa di aver rapito nel 2003 l’ex imam di Milano - imputato a Milano per terrorismo internazionale in un altro procedimento - e di averlo poi inviato in Egitto, dove il religioso sostiene di aver subito torture durante la detenzione.

Le cosiddette renditions -- i trasferimenti illegali di sospettati di terrorismo -- rappresentano uno degli aspetti più controversi della lotta al terrorismo attuata dal presidente Usa George W. Bush.

“NESSUNA AMBIGUITA’”

Nella lettera inviata a Magi, Berlusconi inoltre contesta “decisamente l’esistenza di qualunque ambiguità mia e del mio predecessore nell’apposizione del segreto di Stato”.

“La opposizione del segreto si fonda sulla duplice esigenza di riserbo che deve, da un lato, tutelare gli interna corporis di ogni servizio, ponendo al riparo da indebita pubblicità le sue modalità organizzative e operative, dall’altro e soprattutto, preservare la credibilità del servizio nell’ambito dei suoi rapporti internazionali con gli organismi collegati. Ove l’assoluto riserbo venisse meno l’efficacia operativa dei servizi sarebbe gravemente compromessa”, ha scritto ancora il premier.

Il giudice Magi nella sua ordinanza faceva riferimento alla lettera -- inviata da Berlusconi al ministro dell’Interno, a quello della Difesa e ai servizi segreti -- in cui il presidente del Consiglio si rivolgeva ai dipendenti pubblici dicendo che è un dovere opporre il segreto di Stato in materia di rapporti tra i servizi segreti italiani e stranieri in materia di terrorismo.

“Premetto che non ho ancora letto la lettera di (Silvio) Berlusconi, ma in linea generale se si conferma il segreto di Stato sulle circostanze già indicate, si conferma che Pollari non può addurre a propria discolpa elementi fondamentali per la propria difesa in quanto coperti da segreto di Stato”, ha commentato Nicola Madia, legale di Pollari.

Intanto, la Corte Costituzionale deve pronunciarsi su un conflitto di attribuzioni di poteri tra governo e magistrati relativa, tra l’altro, alla decisione di estendere il segreto di Stato su una serie di atti che ne rendono impossibile l’acquisizione da parte dei pm come prove davanti al giudice.

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